La biomeccanica: cos'è e a cosa serve

La biomeccanica: cos'è e a cosa serve

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Indice

  1. La biomeccanica nello sport
  2. La biomeccanica nel running
  3. La biomeccanica applicata alla calza
  4. Run Up: la prima calza biomeccanica per il running

Il termine biomeccanica, dall'unione dei termini “bio” e “meccanica”, indica quella scienza che studia il movimento della macchina motoria umana in risposta a stimoli interni ed esterni.

Parlare di Biomeccanica è qualcosa di molto complesso, sia perché questa disciplina fa uso di concetti che spaziano dalla meccanica, all’anatomia, alla fisica fino alla psicologia, sia per i numerosi campi in cui può trovare applicazione.

In questo breve articolo vogliamo parlare del settore più importante in cui la biomeccanica trova impiego: il mondo dello sport. Nei paragrafi seguenti andremo ad approfondire come questa scienza possa diventare uno strumento di fondamentale utilità per supportare il gesto atletico rendendolo più sicuro, efficace e performante.

La biomeccanica nello sport

L’attività sportiva svolge un ruolo fondamentale per rimanere in salute, sentirsi liberi e poter scaricare le tensioni accumulate nella vita frenetica di tutti i giorni con l’obiettivo di star bene con sé stessi e con gli altri. Tuttavia chi pratica esercizio fisico regolarmente sa che stress fisici e mentali sono i peggiori nemici dello sport.

Fiacchezza fisica, tempi di recupero, usura del corpo, infiammazioni o, peggio, infortuni possono costringere a scomode interruzioni, oltre a incidere negativamente sulla salute e le performance.

Evitare tutto questo grazie alla biomeccanica del movimento ha reso tale scienza una disciplina di portata rivoluzionaria nel mondo dello sport. Andiamo insieme a scoprirne la storia e le implicazioni.

Breve storia della biomeccanica nello sport

Lo studio della “meccanica umana” ha interessato numerosi esponenti nell’antichità: tra i più celebri si contano un filosofo (Aristotele), un medico (Galeno di Pergamo), un inventore (Leonardo Da Vinci), un matematico (Giovanni Alfonso Borelli), un fisiologo (Étienne Jules Marey) e persino un fotografo (Eadweard J. Muybridge).

Tuttavia l’applicazione della biomeccanica allo sport è un’idea che nasce in Europa intorno alla metà del XXI secolo per poi diffondersi in tutto il mondo negli anni successivi. Tra i suoi fondatori vanno sicuramente menzionati Vladimir Zatjiorki, dell’istituto Centrale di Educazione Fisica di Mosca e Gerhald Hochmut, dell’Istituto di Biomeccanica di Lipsia.

Nella fase successiva, di vero e proprio sviluppo della disciplina, un importante contributo viene dallo studio dello statunitense Richard Nelson, nel 1967, che impiega le conoscenze della biomeccanica nella programmazione dell’allenamento, nell’aumento della prestazione e nella prevenzione di infortuni.

Sull’onda dei Giochi Olimpici di Roma, negli stessi anni anche in Italia vengono sviluppati e utilizzati gli strumenti della biomeccanica nel ciclismo, nella corsa e nel calcio, a supporto delle federazioni sportive nazionali, strumenti che oggi, per il mondo dello sport, sono diventati una vera e propria risorsa insostituibile.

Quali sono i benefici della biomeccanica per uno sportivo?

Chi pratica sport e attività motoria con dedizione, sia a livello professionale che amatoriale, sa bene quanto la regolarità dell’allenamento sia fondamentale. Allo stesso modo sa che l’interruzione dell’attività fisica, anche a causa di sollecitazioni esterne quali infortuni e micro-traumi, sono delle vere e proprie rotture. 

Avere per alleata una scienza come la Biomeccanica risulta quindi importantissimo nel lavoro pre-gara e post-gara o, più semplicemente, quando si pratica esercizio fisico costante per il benessere del proprio corpo. Esiste persino una figura specializzata, il biomeccanico, che utilizza competenze di anatomia, fisiologia umana, sport e dispositivi medico-sportivi per correggere e implementare l’attività fisica.

Ma cosa fa precisamente un biomeccanico? Quali sono i suoi obiettivi?

Per spiegarlo ci avvaliamo delle parole del Dottor Mauro Testa, uno dei massimi esperti di biomeccanica, riconosciuto in tutto il mondo:

“Il corpo umano è una macchina straordinaria che per funzionare ha bisogno di avere un suo equilibrio, poter dare il massimo e farci godere dello sport. Il primario obiettivo del biomeccanico è identificare le limitazioni funzionali, capire su quali compensi lavorare e di conseguenza correggere i movimenti dello sportivo attraverso esercizi specifici e prodotti funzionali.”

Vantaggi pratici della biomeccanica per lo sportivo

I benefici che la biomeccanica dà a chi pratica sport sono numerosi. Cerchiamo di sintetizzarli in 3 punti chiave che coincidono anche con gli obiettivi su cui il biomeccanico si concentra. 

Miglioramento delle prestazioni

Comprendere il gesto sportivo grazie ad uno studio biomeccanico è di vitale importanza nel miglioramento delle prestazioni, sia in gara che in allenamento. Questo perché la biomeccanica del movimento definisce uno schema motorio ottimale e consente di sollecitare i muscoli giusti al momento giusto senza andare a sovraccaricare il corpo dello sportivo. 

Seguire quotidianamente un’attività mirata di attivazione muscolare permette non solo di migliorare l’efficienza delle prestazioni, ma di ridurre stress e fatica tipici di tutti gli sport di lunga durata.

Prevenzione degli infortuni

Studiare i movimenti della macchina motoria umana nello sport e significa comprendere le implicazioni meccaniche alla base di una prestazione specifica e di conseguenza individuarne i punti di fragilità che possono portare a traumi ed infortuni. 

Anche in questo caso, sapere quale sia lo schema motorio ottimale da seguire e quali accessori tecnici possano intervenire nel potenziamento muscolare durante la fase di allenamento è fondamentale. Solo in questo modo saranno evitati tutti quegli infortuni inaspettati che spesso capitano anche a chi conosce molto bene il proprio corpo.

Mantenimento della forma fisica

Oltre alla fase di preparazione e al giorno della gara uno dei momenti più delicati per lo sportivo è quello post-gara, una fase di recupero che consente di tornare in forma o mantenere la forma dopo un lungo esercizio fisico. 

Seguire i dettami della fisiologia per creare prodotti e schemi di esercizio che aumentino la qualità di percezione del nostro corpo durante il periodo post-gara è importantissimo per permettere ad uno sportivo di mantenersi in forma senza avere un picco negativo nel lavoro e un calo dell’efficienza guadagnata nella fase pre-gara e di allenamento.

La biomeccanica nel running

Uno tra gli obiettivi più importanti per chi pratica la corsa sia a livello amatoriale che professionistico, è quello di riuscire ad acquistare la massima consapevolezza del proprio corpo durante la fase di preparazione. Proprio per questo motivo il running è uno degli sport in cui l’intervento della biomeccanica è qualcosa di imprescindibile.

Ridurre gli infortuni, risparmiare energie ed evitare un sovraccarico del corpo significa non solo prepararsi alla gara nel migliore dei modi, ma vivere con più tranquillità uno delle peggiori paure di un corridore: potersi infortunare a pochi giorni dalla gara. 

La biomeccanica del piede e della gamba nella corsa

Parlare di biomeccanica applicata alla corsa significa doversi soffermare in particolar modo sulla biomeccanica di gamba e piede, le due parti del corpo maggiormente coinvolte durante il gesto atletico del running.

Il piede e la parte inferiore della gamba, oltre a sopportare buona parte del peso corporeo, svolgono un ruolo fisiologico importante nel ritorno venoso dovuto alla vascolarizzazione e alla relativa innervazione. Per questo piedi e gambe sono considerati il cuore periferico del corpo umano.

Lavorare su gamba e piede, quindi, vuol dire lavorare sulla salute dell’intero corpo e sui risultati della prestazione atletica del runner.

Gli accessori da running a confronto

Tra i principali accessori in commercio che agiscono in maniera mirata su piedi e gambe troviamo le scarpe da running, ma anche plantari, kinesio taping, gambali e calze compressive.

Ovviamente la scarpa da running svolge un ruolo funzionale importantissimo per il piede durante la corsa, tuttavia non agisce sulla parte superiore della gamba. Stessa cosa vale per l’uso di plantari o di kinesio taping, che agiscono in maniera localizzata su piede o gamba.

Una buona soluzione è rappresentata dall’utilizzo combinato di scarpa da running e gambale compressivo, che permette di agire sia sul piede che sulla gamba, con l’unico difetto di lasciare scoperta l’articolazione del piede, elemento chiave della corsa a livello biomeccanico.

Uno degli accessori da running più efficaci e meno conosciuti in grado di agire su piede e gamba contemporaneamente è sicuramente la calza a gambaletto, una calza da running lunga che avvolge il piede e arriva fino al ginocchio, garantendo allo stesso tempo una compressione al piede e alla gamba.

La biomeccanica applicata alla calza

Se parliamo di calze a compressione da running, attualmente sono presenti alcune alternative sul mercato. Tuttavia l’impiego di una compressione uniforme vanifica il ruolo chiave della circolazione del piede e della gamba, con lo spiacevole risultato di creare costrizioni invece di agevolare il movimento.

L’impiego di una compressione graduata garantisce invece il rispetto delle funzioni biomeccaniche durante la corsa, esercitando la giusta pressione dove serve, migliorando il ritorno venoso e consentendo in questo modo di ridurre l’insorgenza di infortuni.

In questo ambito si distingue RUN UP, una calza da running a compressione graduata che applica i principi della Biomeccanica per supportare il movimento del runner durante la corsa e agevolarne il miglioramento delle prestazioni e la prevenzione da infortuni.

Run Up: la prima calza biomeccanica per il running

Run Up è la prima calza da running ad utilizzare i principi della biomeccanica applicata. Progettata, realizzata e distribuita dal brand FLOKY, la calza RUN UP è molto più di una calza compressiva: agisce contemporaneamente sulle performance e sulla salute del corpo con un valore aggiunto, far sentire bene chi la indossa.

La struttura della calza e gli elementi applicati sono configurati in modo da rispettare le funzionalità di gamba e del piede secondo aspetti biomeccanici, circolatori e neurologici, al fine di armonizzare tali effetti fra loro ottenendo una efficacia terapeutica, preventiva e di incremento delle prestazioni.

Questo è possibile grazie alla combinazione di compressione graduata e applicazioni esterne ad alto contenuto tecnologico studiate dal brand, che consentono alla calza di esercitare la giusta pressione sul piede, garantire massimo livello di performance, prevenire infortuni e aiutare nella fase di recupero.

In questo senso, RUN UP si colloca sul mercato come un vero e proprio dispositivo biomeccanico, con molte funzioni e benefici oltre a quello della compressione graduata, che riguardano ad esempio il sostegno al metatarso e al malleolo, il supporto nel movimento di spinta e di elica podalica, l’azione protettiva sul tallone e tendine d’Achille, senza tralasciare altri fattori importanti come traspirabilità, leggerezza e comodità.

L’efficacia funzionale della calza è confermata anche da Giovanna Epis, maratoneta della Nazionale Italiana:

“La prima volta che ho provato Run Up ero davvero sorpresa: la calza non stringeva eppure, una volta tolta, sentivo le gambe molto più leggere. Da quel momento in poi ho iniziato a usarle sempre anche in allenamento e quello che percepisco, ogni volta che le metto, è che il mio polpaccio è molto scaricato. E a livello del piede, per me che soffro di problemi al tendine, sento la giusta compressione che mi garantisce di correre bene. E poi, lasciatemelo dire, anche esteticamente sono un accessorio fantastico da poter abbinare ai vestiti da running.”